di Maurizio Sapio     

 

                                                       FIGLIOL PRODIGO

 

Essendo io

un’aspirante egoista;

come tale…. Fallito mi sento.

Sforzandomi per esserlo….

I frutti ancor non trovo.

Presuntuoso forse è…. il mio desiderio?

La necessità principio di ogni virtù

da madre ancora mi assiste.

Giorno dopo giorno il dì scorre.

Mangiar vidi,

assistendo imparai,

volenteroso lo scolaro…. ancora io guardo.

Gai sorrisi,

gioiosi sono le tavole:

imbanditi di vari arrosti.

Unico lesso io!

Merluzzo da quattro giorni pescato….

Tanfo al tavolo porto.

Sfiorandomi… i sorrisi svaniscono.

Sorpreso di tale evento:

sconforto ascoltai.

Cortesemente portato via

Nel bidone fui riposto.

Impasticciatomi di vari aromi

Ripescato ancor fui.

Diletta damigella…. arrossendo sorrise.

Alla sua giovane madre mi porse.

Delicatamente le sue labbra toccai.

Piacevolissimo fu il deglutito.

L’occhio mio spento ancor vigile….

scorse un sussulto.

Madre benevole allo sposo sorrise.

Squartandomi il ventre…

alzò il capo sbianco.

Gentilmente rispose ad una domanda.

Con l’occhio rimastomi….

Estasiato la osservavo.

Ancor sentì le sue labbra.

Sfiorandomi amorosamente.

Sussultando, a pezzi grossi mi divorò.

Iniziai a possederla,

adagiandomi nel suo interno.

Desideri sconosciuti contemplai.

Più volte rigiratomi nel suo …..

Ermetico fui battezzato.

 

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